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Le Cardiopatie pediatriche – benefici pre e post-operatorio

Il latte materno è riconosciuto come l’alimento principale per la salute e il benessere del bambino, dalla nascita sino ai 2 anni di vita e oltre (OMS, TAS Ministero della Salute Italiano). La sua funzione biologica e i benefici sulla salute infantile non si esauriscono nei primi mesi di vita del lattante sano o nel pretermine, ma contribuiscono al mantenimento e al ripristino di una ottimale condizione di salute nel bambino affetto da cardiopatia congenita o cardiomiopatia. Si conta che, in media, 1 bambino su 100 è affetto da cardiopatia (S.I.P. Società Italiana di Pediatria). Il latte materno è biodisponibile, biologico, specie-specifico e può essere fortificato, laddove strettamente necessario e solo su prescrizione dell’equipe medica multidisciplinare.

Benefici:

1. Protezione Immunitaria: Il latte materno è ricco di anticorpi e sostanze nutritive essenziali che continuano a sostenere il sistema immunitario del neonato e del bambino cardiopatico anche nel secondo anno di vita. Questa protezione extra può contribuire a prevenire o a proteggere meglio il bambino dalle infezioni e facilitare una ripresa più veloce dopo eventuali interventi chirurgici. Il latte materno, può, infatti essere somministrato anche attraverso la gastroclisi (sondino naso-gastrico o nutrizionale enterale).

2. Nutrizione Personalizzata: Il latte materno si adatta alle esigenze specifiche del bambino allattato, anche in fase di convalescenza. Generalmente il latte materno fornisce una combinazione ottimale di sostanze nutritive caloriche, per esempio di proteine, grassi e carboidrati e non caloriche, come acqua, vitamine, Sali minerali in associazione a fibre e antiossidanti. Uno stile di vita sano ed una dieta alimentare varia e sana della madre è quindi fortemente raccomandata.

3.Fattori immunologici: il latte materno ha una funzione multifattoriale: esso sostiene il sistema neuro-endocrino-immunitario, protegge da fattori infettivi, riveste un ruolo attivo nella prevenzione antinfiammatori ed ha una valenza protettiva contro le malattie delle vie respiratorie. Esso è infatti ricco di Ig A, Ig E, citochine, lattoferrina e di altre sostanze specifiche che, in caso di post-operatorio cardiochirurgico possono potenziare il sistema immunitario del bambino contro eventuali complicanze infiammatorie.

4. Fattore emotivo e psicologico: l’allattamento a termine influisce sul benessere psicologico del bambino ospedalizzato e con cardiopatia. La possibilità di continuare ad allattare in regime di ricovero o di stare vicino al proprio bambino mentre si estrae il latte, stimola il rilascio di specifiche sostanze oppioidee endogene che a sua volta rilasciano endorfina e dopamina. Esse sono importanti per il mantenimento di una “sensazione di rilassamento e di benessere generale” all’interno della stessa diade. Allattare significa, quindi, offrire conforto e sicurezza non solo al bambino ma anche alla mamma che decide di continuare ad allattare.

5. Riduzione della percezione del dolore: le sostanze oppioidee endogene del latte materno hanno anche un effetto analgesico (ben conosciuto, in generale, dai medici vaccinatori). La percezione del dolore durante le manovre invasive possono essere più contenute, se alla mamma è permesso di allattare durante prelievi o iniezioni.

6. Sostegno alla crescita staturo-ponderale : le complicanze cardiopatiche hanno spesso ripercussioni sull’accrescimento staturo-ponderale e sulla corretta ossigenazione dei tessuti e del sistema nervoso centrale. Questi fattori impattano sulla crescita neuro-psico-motoria del bambino. Inoltre, le patologie cardiopatiche, in età pediatrica, possono essere associate a comorbidità, come per esempio la disfunzione gastrointestinale.

7. Reintegrazione di liquidi ed elettroliti: l’allattamento e il latte materno garantisce la reintegrazione di questi elementi fondamentali per assicurare l’equilibrio osmotico tra le cellule e veicolare l’assorbimento delle sostanze nutritive necessarie.

Fattori inibenti la crescita neuro-psico-motoria e dello sviluppo cognitivo nel bambino cardiopatico

1. Difficoltà nell’alimentazione: molti bambini con cardiopatia congenita possono sperimentare difficoltà nell’atto della suzione, nell’assunzione di cibo e nei processi digestivi o di assorbimento. Queste sfide possono causare un apporto nutritivo insufficiente, rallentando la crescita e lo sviluppo cognitivo nel bambino o inficiare un buon rapporto con il cibo.

2.Maggiore consumo energetico: nelle cardiopatiche e nelle cardiomiopatia, il cuore lavora con un maggiore sforzo aggiuntivo rispetto alla norma, per poter garantire un sufficiente o apporto di ossigeno a tessuti, organi. Ciò si traduce con un maggiore consumo energetico, maggiore esauribilità psico-fisica e quindi minori livelli di attività psico-motoria.

3. Maggiore iperidrosi: i bambini cardiopatici spesso soffrono di iperidrosi (sudorazione), perdita di liquidi ed elettroliti (Sali minerali)

4. Maggiore difficoltà nell’assorbimento, metabolizzazione dei nutrienti e disbiosi gastrointestinale

Ruolo dell’allattamento materno nel sostegno alla crescita del neonato e del bambino cardiopatico

Ogni caso di cardiopatia è unico. Le difficoltà e le condizioni di crescita neuro-psico-motoria possono variare considerevolmente da un bambino all’altro, prendendo in considerazioni tutte le variabili e le comorbidità ad esse connesse. E’, pertanto, auspicabili ed essenziale un regolare e programmato follow-up del bambino da parte di una equipe multidisciplinare e multisistemica di base: pediatra, cardiologo, NPI e TNPEE, nutrizionista, psicologo e l’esperto in allattamento.

Quest’ultima figura (IBCLC) è importante perché oltre a conoscere la costituzione e la funzione del latte materno in base all’età cronologica del bambino, sa affiancare e accompagnare la madre che allatta esclusivamente o che allatta in fase di svezzamento sia in situazioni normo che patologiche. Infatti, nonostante sia riconosciuto dall’OMS i benefici del latte materno come norma biologica anche dopo l’anno di vita e siano aumentati sia gli Ospedali Amici dei Bambini che la conoscenza e la consapevolezza da parte degli operatori sanitari sul latte materno, si assiste ancora ad una scarsa o errata informazione. Il valore dell’approccio multidisciplinare consente di intervenire tempestivamente su più fronti, personalizzando la cura e il tipo di intervento, sempre facendo riferimento ad evidenze scientifiche riconosciute a livello internazionale.

Si allega alla presente il documento del 2014 edito dal Ministero della Salute Italiana “Allattamento al seno oltre il primo anno di vita e benefici per lo sviluppo cognitivo, affettivo e relazionale del bambino”. In questo documento, si invita a riconoscere il valore di una scelta naturale, informata e serena della donna che allatta a lungo termine sottolineando quali riflessi positivi sul benessere del bambino allattato a lungo. Se questo fondamento vale per il bambino sano, a maggior ragione è importantissimo per il bambino ammalato o convalescente, pertanto il personale sanitario dovrebbe sostenere la scelta della madre di continuare ad allattare.

https://www.allattamentoedintorni.it/wp-content/uploads/2024/04/c_17_pubblicazioni_2113_allegato-2014-allattare-oltre-lanno.pdf

Note conclusive

L’allattamento a termine nel secondo anno di vita è un prezioso alleato nella gestione delle patologie cardiache e delle malattie infantili come da evidence-based. I benefici del latte materno vanno oltre la mera nutrizione, perché ha impatti significativi sulla salute del bambino, sul recupero post-operatorio ed il benessere socio-emotivo.

La promozione dell’allattamento a lungo termine dovrebbe, quindi, essere preso in esame e considerato come uno degli elementi chiave nelle strategie di cura e riabilitazione.

Laura Cocchetti

Consulente professionale per l’allattamento IBCLC
Presidente Associazione Allattamento e Dintorni APS

Tamara Cavallaro

TNPEE, HUG Counselor

Facilitatrice in allattamento per l’Associazione Allattamento e Dintorni APS

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