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“IL PARADOSSO DELLA FORMULA”

Può davvero il rispetto del Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno ostacolare le buone pratiche in ospedale?

 

Nella tavola rotonda si è cercato di rispondere a questa domanda essenziale cercando soluzioni a questioni tutt’oggi irrisolte o proposte per sostenere l’applicazione del codice e offrire così un maggior supporto all’allattamento materno grazie alla partecipazione di professionisti quali il dott. Massimo Alosi, la Dott.ssa Sofia Quintero e il Dott. Adriano Cattaneo.

Si riporta quindi un passo del Codice Violato 2014 per entrare nel vivo del discorso: E’ matematico: se aumenta l’incidenza e la durata dell’allattamento al seno, la vendita di sostituti di latte materno non può che diminuire, e, soprattutto VICEVERSA. Non è allora un caso che le compagnie, purtroppo spesso aiutate dagli operatori di sistemi sanitari, facciano di tutto per rendere complicato l’avvio e il proseguimento dell’allattamento, in modo che questo cessi o sia misto, e cerchino di minare la fiducia e l’autostima della mamma insinuando dubbi e incertezze. Mentre è logico che le ditte, il cui fine ultimo è il profitto, agiscano in tal senso, è meno comprensibile che gli operatori sanitari che hanno a disposizione miriadi di evidenze scientifiche a favore del latte materno, e hanno soprattutto finalità diverse, non siano sempre apertamente ed entusiasticamente schierati a suo sostegno. […] Il legittimo fine delle aziende è il profitto, mentre la mission dei sanitari è OPERARE “IN SCIENZA E COSCIENZA” PER IL BENE DEI PAZIENTI, due obiettivi non sempre coincidenti. Sebbene il conflitto di interesse non costituisca comportamento illecito di per sé, la sua esistenza è sufficiente a mettere in pericolo l’integrità della ricerca scientifica, l’obiettività dell’informazione, la qualità delle cure, e la fiducia del pubblico nella medicina”.

Il dibattito in questione è nato a causa di un bisogno: il 29 settembre 2022 venne emesso il cosiddetto “Progetto intersocietario a sostegno dell’allattamento” (denominato in altra versione percorso facilitato a 3 passi), promosso da principali società scientifiche coinvolte nell’assistenza materno infantile e finalizzato ad incrementare i tassi di allattamento al seno.

Il paradosso è che questa iniziativa non ha tra i suoi obbiettivi il rispetto del Codice di commercializzazione dei sostituti del latte materno in quanto viene tralasciato proprio il passo che fa riferimento alla piena adesione al Codice stesso.

Tale progetto risulta paradossale in quanto professa il rispetto del Codice quando invece fa esattamente l’opposto, visto che consente la collaborazione con l’industria produttrice di alimenti per l’infanzia se improntata a scientificità, correttezza etica e dignità professionale e consente agli ospedali di contribuire ad incrementare i tassi di allattamento senza necessariamente diventare Ospedale Amico del Bambino. Quindi tale semplificazione andava a discapito del rispetto del Codice.

Durante l’incontro viene dunque discusso il motivo per cui il Codice etico non riesce ancor oggi ad essere incisivo e diffuso in modo da riuscire a frenare tutte quelle manovre attuate dalle aziende private che entrano nel pubblico per soli ed esclusivi interessi economici.

Il Dott. Alosi afferma schiettamente e giustamente che “se è vero che l’allattamento materno risulta essere a favore del bambino, allora il mancato allattamento dovrebbe risultare dannoso per il bambino. Infatti, è ormai largamente dimostrato che se un bambino non viene allattato al seno avrà una qualità della vita inferiore e una riduzione dell’aspettativa di vita (si parla di 10 anni in meno). E questo principio l’operatore sanitario lo dovrebbe conoscere e far proprio”.

ll dottore paragona il camice dei medici alla tuta dei piloti di formula 1, ovvero piena di loghi degli sponsor. Con questa immagine semplice e chiara lascia pensare a delle interferenze esterne. Le società scientifiche stanno avendo un peso sempre più grande tant’è che è stata legalizzata l’attività di lobbying nei confronti della sanità. In questa maniera l’industria privata con tutti i suoi interessi entra a porte aperte nella sanità pubblica quando le due realtà andrebbero tenute ben distinte.

Mentre il Dott. Cattaneo pone un’interessante domanda retorica: dato che ci sono evidenze scientifiche dimostranti come il Codice abbia effettivamente aumentato i tassi di allattamento materno, perché allora si deciderebbe di escludere un provvedimento che si è già dimostrato efficace? Il dottor Cattaneo afferma che a sostegno del Progetto a 3 passi vi siano società che si dichiarano basarsi su studi scientifici, quando in realtà sono da considerarsi pseudoscientifici in quanto non rispettano i criteri previsti per definirsi tali (ad esempio non c’è la randomizzazione dei gruppi) e quindi non riportano prove evidenti, ma hanno solo il fine ultimo di dimostrare l’efficacia del prodotto. Dall’altra parte vi sono ormai tantissime evidenze scientifiche su come il marketing nelle sue varie forme (distribuzione di campioni gratuiti, sponsorizzazione di ricerche, congressi, compenetrazione nella politica delle linee guida ecc…) tenda a diminuire e ad arrestare i tassi di allattamento. L’applicazione ed il rispetto del codice internazionale ha una base scientifica ed è un fattore di protezione dell’allattamento che permette a chi lo promuove di farne aumentare i tassi di allattamento.

Ma com’è nato questo codice?

La dottoressa Quintero ne ripercorre la storia citando la pediatra Williams, prima direttrice del Dipartimento di Salute materno-infantile della OMS, che nel lontano 1939 aveva definito il marketing sulla formula artificiale un crimine e nello specifico un massacro di innocenti, in quanto la scorretta pubblicità di alimenti per bambini sarebbe da considerarsi un’attività criminale e andrebbe punita. Il codice fu approvato nel 1981 a Ginevra dall’Assemblea Mondiale della Sanità e dalle più importanti compagnie produttrici di alimenti per l’infanzia e nel 1991 è stato aggiunto ai 10 passi per l’Ospedale Amico del Bambino rivelandosi di importanza fondamentale per tutelare l’allattamento al seno.

Dire no all’allattamento è una grande responsabilità perché mette a rischio la vita del bambino”. È ormai largamente dimostrato che il latte materno dovrebbe essere il nutrimento essenziale per ogni bambino. In particolare, si è visto come nei bambini prematuri riesca addirittura ad evitare l’insorgenza di pericolose patologie e anzi ne promuova lo sviluppo cognitivo. Il dottor Alosi spiega che se il bambino venisse allattato al seno anche in terapia intensiva gli esiti sarebbero ben diversi sia a breve che a lungo termine, soprattutto in termini di saturazione in quanto l’allattamento materno predispone una coordinazione meccanica fisiologica nella respirazione del lattante tale per cui arriva addirittura una maggiore ossigenazione al bambino stesso. Allora per quale motivo si continuano ad avere terapie intensive neonatali dove non c’è una banca del latte?

L’allattamento al seno è importantissimo per la salute del bambino anche perché consente di intercettare precocemente tanti segnali d’allarme. Togliendo i limiti al marketing della formula e non regolamentandone la prescrizione, si corre invece il rischio di frenare la promozione all’allattamento materno. In realtà quello che succede nonostante i 41 anni del codice, è che le multinazionali e le società scientifiche continuano a perpetrare dei danni sulla salute infantile e a minacciare così l’allattamento al seno. Queste, infatti, promuovono la formula solo per puri fini economici e al giorno d’oggi ci riescono ancora meglio mediante il marketing digitale. Mentre dall’altra parte il codice protegge le famiglie da pratiche scorrette e dannose.

“Ogni donna appartiene ai mammiferi, cioè a quella classe di viventi dotata di ghiandole mammarie che servono a nutrire i piccoli della stessa specie. È proprio quando arriva il momento di partorire, e di avere finalmente il piccolo della propria specie fra le braccia, che le caratteristiche del mammifero si attivano in pieno”. Questo l’intervento della dottoressa Quintero dove afferma che: “Gli unici esperti in allattamento sono la madre ed il neonato, tutti gli altri possono sostenere, raccomandare, vigilare […]. Questo perché dovrebbe risultare la cosa più naturale e fisiologica del mondo, una norma biologica. Il bambino e la madre in quanto mammiferi hanno dei riflessi innati: lui stesso è programmato per succhiare e la mamma per offrire il seno. Questi riflessi vengono acquisiti già nell’utero materno e sono la prova della salute fisiologica del bambino in quanto si rivelano fondamentali per capire se il bambino è sano neurologicamente. Quindi qual è il ruolo dell’operatore sanitario? Esso dovrebbe semplicemente osservare e imparare dalla diade mamma-bambino”.

Il dott. Cattaneo sposta l’attenzione su un piano più generale sottolineando come sia evidente che l’iniziativa non si limita al nostro singolo Paese, bensì si tratti di una manovra più ampia e complessa che fa parte di un’azione concordata a livello continentale. Il rispetto del codice riguarda un aspetto finanziario ed economico e si potrebbe dimostrarlo inserendo il latte materno nel PIL. Finora, però, solo in Norvegia è stato opportunamente calcolato il risparmio delle famiglie che hanno scelto l’allattamento al seno. Quindi perché non viene compreso neanche sotto questo punto di vista? Perché le grandi multinazionali hanno interessi economici che vanno al di là della vita e della morte dei nostri bambini e di intere generazioni. Gli interessi in campo sono molto grandi e quindi richiedono un impegno collettivo e condiviso da parte di tutti.

Allatto, ergo sum. Perché la donna mamma è indispensabile”. Secondo il dottor Alosi la donna che allatta non viene valorizzata in quanto tale, non viene considerato il valore aggiunto dell’allattamento perché la donna che allatta fa bene non solo a sé stessa e al bambino, ma anche alla società intera creando un mondo migliore. La mamma dovrebbe poter fare la mamma allattando e allo stesso tempo svolgere il suo lavoro, non dovendo scegliere tra le due cose.

La dottoressa Sofia Quintero spiega infine come solo noi donne produciamo un elemento perfettamente equilibrato per i nostri figli. L’allattamento dovrebbe essere una bandiera di lotta per le donne, non un punto per sentirsi “schiavizzate” o inferiori. Bisogna creare una CULTURA DELL’ALLATTAMENTO SUL TERRITORIO, sulla gente comune, su donne e su uomini. C’è bisogno di una alleanza, di una grande rete calda in modo che nessuna neomamma possa rischiare di rimanerne esclusa. Perché le mamme hanno bisogno di essere informate correttamente e indipendentemente da interessi commerciali e adeguatamente sostenute per riuscire a recuperare il loro sapere ancestrale in un momento così delicato del loro viversi madri con la responsabilità di nutrire una nuova persona, evitando tranelli e false soluzioni delle multinazionali stesse.

Nella società attuale c’è una grande necessità di nuovi equilibri e ci auguriamo che questo sia solo l’avvio per arrivare a determinare il vero cambiamento culturale.

 

Federica Piana con la collaborazione di:

Patrizia M. Tornambè, Moana Anna Ambroselli, Giulia Brandizi, Irene Panizza, Giulia Tognoli.

Illustrazione di: Ila// #breastmilkinthejar

Tutte facilitatrici in allattamento per l’Associazione Allattamento e Dintorni APS

 

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