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Quando una donna diventa mamma spesso finisce per mettere i propri bisogni in secondo piano: la salute del bambino, questo piccolo indifeso, questo miracolo che le è stato donato e che le appare fragile e bisognoso di protezione sono la sua priorità.
Spesso capita che ci chiamino donne influenzate o febbricitanti, con mal di denti, dolori intestinali …. donne che cercano di sopportare tutto perchè convinte di non potersi curare farmacologicamente. La credenza comune è convinta che prendere medicine non sia compatibile con l’allattamento perché potrebbe nuocere al bambino.
La maggioranza dei foglietti illustrativi dei farmaci attualmente in commercio sconsiglia l’utilizzo del medicinale alle donne in allattamento, alimentando i timori a riguardo. In realtà, ad un’analisi scientifica accurata, risulta che la gran parte dei farmaci può essere considerata sufficientemente sicura in corso di allattamento.
Molti farmaci passano nel latte materno, questo è vero, ma la maggior parte passa in quantità minima e/o non riesce a dare effetti negativi sul poppante. I farmaci veramente controindicati sono quindi, in ultima analisi, veramente pochi.

Se stai allattando, quindi, non partire quindi col pregiudizio che assumere farmaci sia sempre e comunque incompatibile con l’allattamento al seno. Ricorda che sospendere l’allattamento, senza fondato motivo (e sono davvero pochi i casi in cui è necessario) priva la mamma e il suo bambino di una lunga serie di provati benefici!

Se stai allattando e hai dubbi su un certo farmaco puoi consultare il sito www.e-lactancia.org che fornisce informazioni sulla compatibilità dei vari principi attivi e può essere consultato direttamente nello studio del tuo medico per trovare insieme a lui una strategia di allattamento che permetta alla mamma di curarsi e che sia, nello stesso tempo, sicura per il vostro bambino.

Inoltre, puoi chiamare il nr. Verde 800 883 300 dove un operatore sanitario ti fornirà le informazioni
aggiornate di cui necessiti.

Ma… come arriva il farmaco nel latte?

I fattori da prendere in considerazione sono davvero molti, dalla dimensione della molecola del farmaco all’età del bimbo allattato…

Cercherò di semplificare e rendere comprensibili ad ogni mamma questi processi, questo l’aiuterà a valutare in maniera razionale e non ansiogena ogni prescrizione medica, a discutere e scegliere, in collaborazione con il proprio medico curante e alla Consulente in allattamento IBCLC di fiducia, la strategia migliore di cura.

La maggior parte dei farmaci passa nel latte materno attraverso la diffusione semplice… questo è un principio molto semplice: se nel plasma si trovano concentrazioni molto alte di principio attivo, anche i livelli nel latte aumentano, quando i livelli plasmatici diminuiscono anche la concentrazione nel latte diminuisce.
La diffusione cerca di mantenere una sostanza in concentrazione uguale in entrambe i comparti, per cui appena la concentrazione di una sostanza inizia ad abbassarsi nel sangue della mamma, le particelle della sostanza nel latte si diffonderanno in direzione inversa nel sangue e così la concentrazione nel latte si abbasserà.

Vi sono poi da considerare altri importanti fattori riguardanti il principio attivo che bisogna assumere:

il tempo di picco dei livelli plasmatici, (indicato con C max), ossia quanto tempo occorre al farmaco per raggiungere i livelli plasmatici di picco. Come regola generale potrebbe valere il principio di evitare di allattare nel momento in cui si ha il picco di concentrazione di principio attivo (ma bisogna sempre considerare una moltitudine di fattori … se il
farmaco passa in minima parte nel latte o non è dannoso per il bambino, si può allattare anche quando c’è il picco massimo di concentrazione)

L’emivita del farmaco, cioè quanto tempo occorre al farmaco nell’organismo per ridurre la sua concentrazione della metà. Alcune sostanze rimangono in circolo più di altre. La cosa ottimale, naturalmente, è far poppare il bambino quando i livelli plasmatici di farmaco sono al minimo.

Lo stadio della lattazione: nei primissimi giorni dopo il parto, il passaggio dei principi attivi risulta più facile, le giunzioni strette tra le cellule alveolari che sintetizzano il latte non sono ancora chiuse e permettono al farmaco di passare agevolmente, dopo l’arrivo della montata lattea si ha la chiusura delle giunzioni strette. Valutare bene se è proprio
necessario assumere il farmaco nei primissimi giorni di vita del tuo bambino!

Il legame proteico: i farmaci “viaggiano” nel circolo materno o”legati” all’albumina o non
legati, la frazione libera si trasferisce velocemente nel sangue. Preferire farmaci con un alto legame proteico

L’età del bambino: la quantità di sostanza che il bambino assume dipende dalla quantità di latte che egli prende dal seno. Un bambino di sei mesi che poppa esclusivamente al seno prenderà un volume di latte maggiore di un lattante più piccolo, oppure di un bambino grandicello che poppa soprattutto per confortarsi.

La biodisponibilità orale: se il farmaco ha un’alta biodisponibilità orale sarà ben assorbito dalla mamma,  poi dovrà passare dal fegato (clerance di primo passaggio ). Molti farmaci vengono “sequestrati” dal fegato e non arriveranno MAI a raggiungere il latte …d’altro canto, se il farmaco ha un’alta biodisponibilità orale e non viene sequestrata dal fegato della
madre, il bambino assorbirà facilmente ciò che gli arriva col latte!

Nel libro del dott. Hale “Medications and Mothers’ Milk” si legge:

“ Generalmente si ritiene che tutti i farmaci vengano trasferiti in una certa quantità nel latte materno. Fortunatamente, la quantità che di solito viene trasferita è molto piccola, e rappresenta per la maggior parte dei farmaci meno dell’1 % della dose materna. Soltanto raramente la quantità trasferita nel latte produce dosi cliniche nel lattante “

Come si può capire, i fattori da considerare sono veramente tanti! (La lista dei fattori che influenzano il passaggio dei farmaci nel sangue e, di conseguenza, nel latte materno, comprende anche il pKA (Intrappolamento ionico), il peso molecolare, la liposolubilità del farmaco, il rapporto Latte/Plasma (L/P)…)

Alcuni operatori sanitari preferiscono, specialmente in presenza di bambini non più piccolissimi, consigliare di svezzare il bambino (alcuni addirittura lo caldeggiano “ prenda l’occasione e tolga il seno!” ). Se per la mamma è ancora importante allattare, è importante che sappia che la maggior parte dei farmaci, degli antibiotici e degli antidolorifici, delle anestesie sono compatibili con l’allattamento, per quelli non compatibili è quasi sempre possibile trovare un’alternativa valida.

Quando non si sta bene si è più fragili e spesso non è facile discutere la prescrizione di un medico, ma è bene ricordarsi che il medico ha il dovere di rispettare i valori, i sentimenti e le preoccupazioni di una mamma che allatta.
L’allattamento è importante e nutrire un bimbo con la formula (mi viene difficile chiamare “latte ” una pura formula chimica priva di fattori vivi e sempre uguale in composizione chimica…) NON è la stessa cosa!

Se il medico non ha un’esperienza personale di allattamento, o non ha esperienza clinica di donne che allattano, potrebbe non capire che la questione va ben oltre il fornire nutrimento al bambino! Alcuni operatori sanitari non sanno che riportare un neonato al seno dopo svariati giorni di biberon, potrebbe essere difficile.

Spesso, quando la mamma ed il medico cercano ulteriori informazioni scoprono che non ci sono ragioni per preoccuparsi riguardo l’assunzione di un farmaco, oppure trovano terapie alternative compatibili.
A volte la terapia può essere semplicemente posticipata di qualche mese, spesso è saggio riflettere se la terapia è davvero necessaria e se il farmaco che la mamma deve assumere è proprio controindicato:

Basterò tirarsi il latte dal seno manualmente o con un tiralatte e gettarlo per tutto il periodo in cui si trova ad assumere quel farmaco. Questo eviterà al suo seno di ingorgarsi, ma soprattutto manterrà la produzione di latte e, a fine cura, potrà riprendere ad allattare!

Durante questo periodo userà, se ne ha, scorte di latte congelato. Se le scorte del proprio latte sono finite può prendere in considerazione la possibilità di usare il latte di un’altra mamma, la formula dovrebbe essere la quarta scelta di alimentazione di un neonato (dopo il latte direttamente dal seno di mamma, il latte spremuto della propria mamma somministrato possibilmente con un metodo alternativo al biberon, il latte di un’altra mamma donato e pastorizzato)

 

ANESTESIE E ALLATTAMENTO

Se la nutrice deve sottoporsi ad un intervento chirurgico è bene che comunichi subito che sta allattando, può anche chiedere quale sarà il principio attivo che useranno. Le anestesie sono spesso compatibili, per cui, se il medico anestesista è informato, potrà continuare ad allattare anche dopo l’intervento.
Bisogna considerare che quando la mamma è sottoposta ad anestesia generale per il parto cesareo, non appena è nuovamente sveglia e pronta a rispondere alle richieste del bambino, può, se vuole, attaccare il bambino direttamente al seno.

Molte donne devono sottoporsi ad anestesie dentarie. I farmaci utilizzati per l’anestesia locale e dentaria non sono riscontrabili in quantità significative nel latte materno. Essendo locali per definizione, la parte di principio attivo che finisce in circolo è veramente minima! Alcuni di questi farmaci inoltre, anche se ingeriti, verrebbero per giunta distrutti dallo stomaco del poppante.

Quando la mamma si ammala è importante che capisca che, per il bene proprio e del suo bambino, è importante che si rimetta in forma! Non è necessario sopportare stoicamente dolori dentali o febbri altissime… Comunicare i propri bisogni agli operatori sanitari che si prendono cura di lei è importantissimo… e anche allattare un bimbo che ormai cammina e
parla è un bisogno assolutamente legittimo!

Se si rende conto di non essere capita e supportata in questo suo bisogno …. può sempre rivolgersi ad un altro specialista!

Ricordo che per avere informazioni sull’uso dei farmaci in gravidanza ed in allattamento èattivo è attivo presso l’U.O. Tossicologia Clinica-Centro Anti Veleni Ospedali Riuniti di Bergamo il seguente n° verde:

800 883 300

PRINCIPALI FARMACI CONTROINDICATI:

ANTINEOPLASTICI
FARMACI RADIOATTIVI
RETINOIDI
CLORAMFENICOLO
LITIO
FENINDIONE
TETRACICLINE
SALI D’ORO

Laura Cocchetti

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